QUANTI MISTERI E NON DETTI CI POSSONO ESSERE TRA UN NONNO E UN NIPOTE. SPECIALMENTE SE QUEL NONNO È ENEA, SPESSO CHIUSO IN UN SILENZIO PROFONDO, IN CUI NESSUNO POTEVA ENTRARE. QUELLO DOVE ERANO CUSTODITI I DIECI ANNI IN ERITREA, DOVE ERA STATO MANDATO A LAVORARE, E IL LACERANTE DOLORE PER LA PERDITA DI MARTA, LA SUA TERZOGENITA, MORTA A VENTIDUE ANNI IN UN INCIDENTE STRADALE MENTRE ANDAVA AL MARE. IL NARRATORE DI QUESTA STORIA OSSERVA LA VITA DELLA SUA FAMIGLIA DAL VIALE DEI LECCI DI FORLÌ, UNA STRADA -SU CUI HANNO CAMMINATO PROTAGONISTI DELLA NOSTRA STORIA RECENTE, COME MUSSOLINI E SENZANI (IDEOLOGO DELLE BR), ORIGINARI DI LÌ- CHE RISUONA DI UCCELLI, UNO STREPITO CONTINUO CHE SI PROPAGA A ONDE, SI ALZA DI VOLUME E HA IMPROVVISI SILENZI. UN GIORNO, PROPRIO LÌ, ARRIVA UN UOMO. VIENE DALLA STAZIONE CON PASSO LENTO E IL NASO STORTO, DA PUGILE. IL NOSTRO PROTAGONISTA SE LO RITROVA DI FRONTE PER SENTIRSI DIRE CHE È LÌ PER UCCIDERE SUO NONNO. MA ENEA LO ACCOGLIE OFFRENDOGLI UNA SIGARETTA E SEDENDOSI CON LUI AL BAR. SENZA POI DIRE NIENTE AL NIPOTE SUL SIGNIFICATO DI QUELLA VISITA, SOLO CHE L'UOMO SAREBBE TORNATO PERCHÉ I DUE AVEVANO FATTO UN PATTO...