“AVER SCOPERTO COME IL CAMPO BASE AVANZATO FOSSE TRASFORMATO IN UNA DISCARICA MI AVEVA FATTO PERDERE OGNI VELLEITÀ D’ALPINISTA, LASCIANDOMI SVUOTATA E IN PREDA A UNA GRANDE TRISTEZZA. NEL BEL MEZZO DELL’ASCENSIONE ANCHE IL MIO FISICO NE AVEVA RISENTITO: FIATO CORTO, STOMACO CHIUSO, TORACE CONTRATTO E CUORE CHE BATTEVA ALL’IMPAZZATA
IL PROGETTO CLEAN EVEREST NASCE NEL 2016 PER INIZIATIVA DI MARION CHAYGNEAUD-DUPUY ED È STATO CREATO, AFFERMA L’AUTRICE, “CON I TIBETANI PER I TIBETANI”. LAVORANDO INSIEME A UN TEAM LOCALE DI CINQUANTA GUIDE, IN TRE ANNI È STATO POSSIBILE RIMUOVERE OLTRE OTTO TONNELLATE DI RIFIUTI DALLA MONTAGNA PIÙ ALTA DELLA TERRA. I CAMPI IN QUOTA SONO STATI RIPULITI DALL’IMMONDIZIA ACCUMULATA DA DECENNI DI SPEDIZIONI ALPINISTICHE E DAL CAMPO BASE I SACCHI DI RIFIUTI SONO STATI TRASPORTATI A VALLE A DORSO DI YAK. LA LOGISTICA DEL PROGETTO SI È PERFEZIONATA GRAZIE AL SUPPORTO DELLE AUTORITÀ LOCALI CHE BEN PRESTO SONO SUBENTRATE NELLA GESTIONE, ATTIVANDOSI ANCHE PER IL RECUPERO DEI RIFIUTI RICICLABILI. UN ALTRO PASSO IMPORTANTE NELLA TUTELA DELL’ECOSISTEMA MONTANO È STATO LA REDAZIONE DELLA “CARTA AMBIENTALE PER GLI HIMALAISTI” CHE DETTA LE REGOLE E EDUCA TUTTI GLI ATTORI DELL’INDUSTRIA DELLA MONTAGNA IN TIBET. IL PROGETTO CLEAN EVEREST È PRESTO DIVENTATO UN MODELLO PER ALTRE VETTE, NONCHÉ PATRIMONIO COLLETTIVO DELLA POPOLAZIONE LOCALE, LA CUI CULTURA PORTA CON SÉ UNA SPICCATA COSCIENZA ECOLOGICA.