"NON HO MAI IL TEMPO DI SBOBINARE UN VENTESIMO DI QUANTO ACCUMULI". NEL RISPONDERE A QUESTA URGENZA, ALEXANDRE VIALATTE CREÒ UN VERO E PROPRIO GENERE, PER POI SPINGERLO SINO ALLA PERFEZIONE: LA CRONACA. NE COMPOSE A CENTINAIA, SOPRATTUTTO PER "LA MONTAGNA", IL GRANDE GIORNALE DELLA REGIONE FRANCESE DELL'ALVERNIA TRA IL 1952 E IL 1971, PUBBLICÒ TUTTE LE SETTIMANE, PARLANDO IN COMPLETA LIBERTÀ DI QUELLO CHE DESIDERAVA. LA LIBERTÀ D'ISPIRAZIONE È DEL RESTO L'UNICO VINCOLO DI QUESTO SPIRITO LIBERO CHE, DA AUTENTICO SPIRITO DI MONTAGNA, SI MOSTRA CAPACE DI GUARDARE ALLE COSE DELL'UOMO CON LA LEGGEREZZA E GLI OCCHI NUOVI DI UN ESCURSIONISTA, DI UN FLÂNEUR, DI UN FILOSOFO. VIALATTE, CON L'UMORISMO CHE LO CONTRADDISTINGUE, CI RESTITUISCE IL TEMPO PERDUTO. LA NUOVA COLLANA DI PREHISTORICA, LEGGERA - ANCHE NEL PREZZO - E RAFFINATA, SI ARRICCHISCE DI UNA TERZA RACCOLTA DI CRONACHE, COSÌ DA ACCOMPAGNARE AL DI QUA DELLE ALPI UNA FRANCIA PIENA DI UMORISMO, ORIGINALISSIMA, SINGOLARE, E PER I PIÙ ANCORA TUTTA DA SCOPRIRE. POSTFAZIONE DI PIERRE JOURDE.