PENSAVATE VERAMENTE CHE IL TEMPO DELLE VEGLIE E DEI RACCONTI FOSSE FINITO? CHE LE VOCI RISUONATE DA SECOLI NELLE “VÓUTAS” DALLA LUCE FIOCA SI FOSSERO SPENTE PER SEMPRE E NON NASCESSERO PIÙ LASCIANDO IL POSTO SOLO AL SILENZIO DELLE BORGATE VUOTE? CHE L’UDITORIO ATTENTO DI OSTERIE E CAFFÈ SI FOSSE SCIOLTO PER TORNARE A CASA, DEFINITIVAMENTE ORFANO DEI SUOI AEDI E DELLE LORO NARRAZIONI? PENSAVATE VERAMENTE CHE GLI EFFETTI SPECIALI DEL PRESENTE AVESSERO RELEGATO IL RACCONTARE E L’ASCOLTARE DELLA NOSTRA GENTE NEL RICORDO SEMPRE PIÙ SBIADITO DI UN PASSATO ARCAICO, UNA SPECIE DI ERA GLACIALE I CUI ECHI REMOTI APPAIONO INCOMPRENSIBILI, DISTANTI ANNI LUCE DAL NOSTRO QUOTIDIANO? PENSAVATE CHE LA MONTAGNA OCCITANA, CONDANNATA AL RUOLO ECOFOLCLORISTICO DI RISERVA NATURALE, BOCCATA D’ARIA PER UNA PIANURA SEMPRE PIÙ ANTROPIZZATA NON AVESSE PIÙ VOCI, NON AVESSE PIÙ VOCE, COME UNA DONNINA IN COSTUME CHE SORRIDE, EBETE E SILENTE ALLA PREMIAZIONE DI UNA GARA SCIISTICA PER VILLEGGIANTI? SE PENSAVATE QUESTO PROBABILMENTE VI SIETE SBAGLIATI. LE VALLI OCCITANE PARLANO, HANNO NUOVE VOCI PER RACCONTARSI E PER RACCONTARE. DARIO VIALE, SCRITTORE OCCITANO DI ESPRESSIONE ITALIANA, È UNA DI QUESTE.