LE MONTAGNE SONO DONNE IMMENSE, EPPURE TANTE PORTANO NOMI DI UOMINI.
«UNA STRANGERA.» FU QUELL'UOMO A CHIAMARMI COSÌ PER LA PRIMA VOLTA, E AVREI VOLUTO RISPONDERE CIÒ CHE AVREI DETTO A TUTTI GLI ALTRI IN SEGUITO, CHE LÌ IN MONTAGNA IO ERO STRANIERA ESATTAMENTE QUANTO LORO.
PRENDERE LA PROPRIA VITA E ANDARE - PER CAPIRE SE STESSA, TROVARE UN FUTURO, NON SCENDERE PIÙ MA RESTARE. SONO QUESTI I MOTIVI PER CUI, UNA MATTINA DI MAGGIO, BEATRICE LASCIA TORINO PER TRASFERIRSI TRA LE MONTAGNE. QUELLE MONTAGNE CHE, NE È CERTA, SONO DONNE ANCHE SE SPESSO RECANO NOMI MASCHILI. DONNE COME LEI, CHE APPENA ARRIVATA AL RIFUGIO DEL BARBA, UN UOMO BURBERO DAL PASSATO MISTERIOSO, SI SENTE RESPINTA, IN QUANTO FUMNA E STRANGERA. MARTA AIDALA HA IL CORAGGIO DI UNA VOCE LIMPIDA CHE LASCIA PARLARE I GESTI E GLI ACCADIMENTI, I RUMORI DEL BOSCO, GLI ODORI, LA LUCE DI UN CIELO ALTO SOPRA LE CIME. E SA RACCONTARE NEI DETTAGLI PIÙ CONCRETI UNA NUOVA EPICA, QUELLA DI UNA RAGAZZA CHE VA DIETRO ALLA PROPRIA LIBERTÀ NONOSTANTE LE ESITAZIONI E LE PAURE, UNA RAGAZZA CHE CERCA SE STESSA NEI SENTIERI E TRA GLI UOMINI DI MONTAGNA, IN UN MONDO CHE SENTE SUO ANCHE SE LE VECCHIE TRADIZIONI LA GUARDANO CON DIFFIDENZA. CON TIMORE E CURIOSITÀ, COME LA GUARDA ELBIO, IL GIOVANE MALGARO CON CUI BEATRICE INSTAURERÀ UN LEGAME PROFONDO, FATTO DI RITROSIE E SLANCI, IN QUELL'INTIMITÀ FRAGILE E STRUGGENTE CHE C'È TRA DUE PERSONE CHE SI SPECCHIANO E SI RICONOSCONO. QUANDO L'ESTATE FINISCE BEATRICE PERÒ DECIDE DI NON SEGUIRE ELBIO A VALLE, RIMANE INVECE ASSIEME AL BARBA IN RIFUGIO, LUOGO CHE ORA, FORSE, SENTE DI POTER CHIAMARE CASA. MA L'INVERNO SENZA NEVE LE RIVELERÀ UNA MONTAGNA INASPETTATA, SPINGENDOLA A RIMETTERE TUTTO IN DISCUSSIONE, E INTERROGANDOLA ANCORA UNA VOLTA SUL SUO FUTURO, SULLA PERSONA CHE VUOLE ESSERE E SUI LUOGHI A CUI SENTE DI APPARTENERE.