ALASKA, 1967: LA TRAGEDIA DEL DENALI QUELL'ESTATE, MENTRE ESCE SGT. PEPPER'S LONELY HEARTS CLUB BAND E GLI HIPPIES VIAGGIAVANO PER IL MONDO AL MOTTO DI «LOVE & PEACE», DODICI RAGAZZI SI PREFISSARONO UN OBIETTIVO AMBIZIOSO: LA CIMA DEL DENALI. L'ORGANIZZATORE, JOE WILCOX, RIUSCÌ A RADUNARE UNA SQUADRA DI ALPINISTI ENTUSIASTI E VARIOPINTI. DURANTE LA SALITA, AFFRONTARONO UNA SERIE DI PROBLEMI, DALL'ACCLIMATAMENTO ALL'ESPLOSIONE DI UN FORNELLO DA CAMPO, FINO ALLA CADUTA IN UN CREPACCIO. TUTTAVIA, NULLA AVREBBE POTUTO PREPARALI ALLA TEMPESTA ARTICA CHE, IL 18 LUGLIO, SI SCATENÒ SULLA VETTA DELLA «GRANDE MONTAGNA». A 6100 METRI DI ALTITUDINE, FURONO COSTRETTI A FRONTEGGIARE VENTI A 450 CHILOMETRI ORARI, CAPACI DI CONGELARE ALL'ISTANTE, E TUTTO QUESTO SENZA UN EQUIPAGGIAMENTO TECNICO MODERNO. SOLO CINQUE DI LORO SOPRAVVISSERO. LA SPEDIZIONE DIVENNE TRISTEMENTE FAMOSA, ATTIRANDO L'ATTENZIONE DI STAMPA E TELEVISIONI, MA MOLTI ASPETTI DELLA VICENDA RIMASERO OSCURI. ANDY HALL, GIORNALISTA E FIGLIO DELL'ALLORA DIRETTORE DEL DENALI NATIONAL PARK, HA RACCOLTO LE TESTIMONIANZE DEI SOPRAVVISSUTI, RINVENUTO DOCUMENTI RITENUTI PERDUTI E ASCOLTATO LE REGISTRAZIONI DELLE COMUNICAZIONI RADIO. IL SUO LIBRO NON È SOLO L'APPASSIONANTE RESOCONTO DI UNA DELLE PIÙ GRANDI TRAGEDIE ALPINISTICHE, MA RACCONTA ANCHE DI UOMINI PRONTI A METTERE A REPENTAGLIO LA PROPRIA VITA PER SALVARE QUELLA DEGLI ALTRI. È LA STORIA DI COME SI ANDAVA IN MONTAGNA IN UN'EPOCA DIVERSA, DI QUANTO SIA CAMBIATO IL PANORAMA ALPINISTICO E DI COME, FORSE, OGGI SI SAREBBERO POTUTE SALVARE DELLE VITE. O FORSE NO.
ALASKA, 1967: LA TRAGEDIA DEL DENALI QUELL'ESTATE, MENTRE ESCE SGT. PEPPER'S LONELY HEARTS CLUB BAND E GLI HIPPIES VIAGGIAVANO PER IL MONDO AL MOTTO DI «LOVE & PEACE», DODICI RAGAZZI SI PREFISSARONO UN OBIETTIVO AMBIZIOSO: LA CIMA DEL DENALI. L'ORGANIZZATORE, JOE WILCOX, RIUSCÌ A RADUNARE UNA SQUADRA DI ALPINISTI ENTUSIASTI E VARIOPINTI. DURANTE LA SALITA, AFFRONTARONO UNA SERIE DI PROBLEMI, DALL'ACCLIMATAMENTO ALL'ESPLOSIONE DI UN FORNELLO DA CAMPO, FINO ALLA CADUTA IN UN CREPACCIO. TUTTAVIA, NULLA AVREBBE POTUTO PREPARALI ALLA TEMPESTA ARTICA CHE, IL 18 LUGLIO, SI SCATENÒ SULLA VETTA DELLA «GRANDE MONTAGNA». A 6100 METRI DI ALTITUDINE, FURONO COSTRETTI A FRONTEGGIARE VENTI A 450 CHILOMETRI ORARI, CAPACI DI CONGELARE ALL'ISTANTE, E TUTTO QUESTO SENZA UN EQUIPAGGIAMENTO TECNICO MODERNO. SOLO CINQUE DI LORO SOPRAVVISSERO. LA SPEDIZIONE DIVENNE TRISTEMENTE FAMOSA, ATTIRANDO L'ATTENZIONE DI STAMPA E TELEVISIONI, MA MOLTI ASPETTI DELLA VICENDA RIMASERO OSCURI. ANDY HALL, GIORNALISTA E FIGLIO DELL'ALLORA DIRETTORE DEL DENALI NATIONAL PARK, HA RACCOLTO LE TESTIMONIANZE DEI SOPRAVVISSUTI, RINVENUTO DOCUMENTI RITENUTI PERDUTI E ASCOLTATO LE REGISTRAZIONI DELLE COMUNICAZIONI RADIO. IL SUO LIBRO NON È SOLO L'APPASSIONANTE RESOCONTO DI UNA DELLE PIÙ GRANDI TRAGEDIE ALPINISTICHE, MA RACCONTA ANCHE DI UOMINI PRONTI A METTERE A REPENTAGLIO LA PROPRIA VITA PER SALVARE QUELLA DEGLI ALTRI. È LA STORIA DI COME SI ANDAVA IN MONTAGNA IN UN'EPOCA DIVERSA, DI QUANTO SIA CAMBIATO IL PANORAMA ALPINISTICO E DI COME, FORSE, OGGI SI SAREBBERO POTUTE SALVARE DELLE VITE. O FORSE NO.