LA MONTAGNA È VISTA SEMPRE PIÙ COME UN’OPPORTUNITÀ DI VITA, UN’ALTERNATIVA TUTTO SOMMATO VICINA, DA QUANTI DESIDERANO ABBANDONARE LE METROPOLI, SOFFOCATE DAGLI EFFETTI DELL’IPER AGGLOMERAZIONE SOCIALE E PRODUTTIVA. IL MOVIMENTO DEI «MONTANARI PER SCELTA» HA TRACCIATO LA PISTA, SEGUITO DALLA CRISI PANDEMICA E DALLA DIFFUSIONE DELLO SMART WORKING: OGGI LA PRESSIONE POSTA DAL CAMBIAMENTO CLIMATICO SULLE CITTÀ BOLLENTI E INQUINATE FA EMERGERE CON PIÙ EVIDENZA UNA DIFFUSA ASPIRAZIONE A TRASFERIRSI NELLE TERRE ALTE, CHE SIA IN MODO PERMANENTE O PER LUNGHI PERIODI ALL’ANNO. LA VERTICALITÀ ENTRA COSÌ IN QUESTE FORME DI NUOVA MOBILITÀ UMANA, CHE POSSIAMO RICONDURRE ALLA CATEGORIA PIÙ AMPIA DELLE MIGRAZIONI: CHI SONO DUNQUE, E CHI SARANNO NEL PROSSIMO FUTURO, I «MIGRANTI VERTICALI»? CON UN APPROCCIO TRANSDISCIPLINARE – DALLA SOCIOLOGIA ALLA CLIMATOLOGIA, ALLA GEOGRAFIA ECONOMICA E ALLE SCIENZE AMBIENTALI – E SULLA BASE DI DATI SCIENTIFICI ORIGINALI, QUESTO VOLUME COLLETTIVO PROVA A TRACCIARE UN PROFILO DELLE DIVERSE CATEGORIE DI PERSONE SPINTE VERSO LA MONTAGNA DA UN INSIEME DI FATTORI, TRA I QUALI GLI EFFETTI DEI MUTAMENTI CLIMATICI NELLE GRANDI CITTÀ INIZIANO A RIVESTIRE UN RUOLO IMPORTANTE, A LIVELLO DI IMMAGINARI COME DI PROGETTUALITÀ CONCRETE. SE LA MONTAGNA ATTIRA NUOVI ABITANTI, AL TEMPO STESSO SI VA PERÒ FRAGILIZZANDO: FRANE, EVENTI ESTREMI, ABBANDONO DEI TERRENI, SICCITÀ, INVECCHIAMENTO DELLE POPOLAZIONI LOCALI. IL CLIMA CHE CAMBIA ESPONE A NUOVI RISCHI PROPRIO QUEI LUOGHI A LUNGO DIMENTICATI E DI CUI SONO RIMASTI IN POCHI A PRENDERSI CURA. LA MONTAGNA NON CI SALVERÀ, DUNQUE, A MENO CHE PRIMA LE CITTÀ NON LA AIUTINO A SALVARE SE STESSA, A RITROVARE IL SUO RUOLO IN UN RAPPORTO PARITARIO ED ECOSISTEMICO CON LA PIANURA, DENTRO NUOVE FORME DI EQUILIBRIO, NECESSARIAMENTE METROMONTANO.