IN VAL GERMANASCA LA NATURA DETTA LE PROPRIE VOLONTÀ: NELLA MINIERA DI TALCO, NEGLI ORTI, NEI BOSCHI, NELLE BORGATE CHEGUARDANO LA CASCATA. COSÌ ACCADE ANCHE IL GIORNO DEL CROLLO: TRE BOATI TANTO FORTI DA FAR TREMARE LA MONTAGNA. DUE MINATORI MANCANO ALL’APPELLO E NEL PIAZZALE SI SCAVA TRA I DETRITI. L’ULTIMO A USCIRE DAL FORO NELLA ROCCIA È UN GIOVANE CHE TUTTI CONOSCONO. SI CHIAMA LISSE, SENZA LA U, E IN QUELLA LETTERA MANCANTE È GIÀ SCRITTA GRAN PARTE DELLA SUA VITA. È FERITO, EPPURE A FAR SANGUINARE L’ANIMO DI LISSE SONO BEN ALTRI TAGLI. QUELL’UOMO PARTORITO IN UN PRATO, ACCOLTO E NUTRITO DALLA SUA GENTE, È ANCHE L’INVISIBILE, IL SENZA-STORIA, ESILIATO ENTRO I CONFINI DELLA SUA VALLE. STRAVOLTO DA QUELL’ENNESIMASCIAGURA, LISSE SI RIFUGIA IN UNA BARACCA A PARAUT, DOVE È NATO. GIOSUÈ FRILLOBÈC, L’AMICO DI SEMPRE CHE ZOPPICA SULLE PAROLE, NON PUÒ STARE A GUARDARE. E CON LUI NEMMENO MINA, CHE HA CRESCIUTO ENTRAMBI COME UNA MADRE E LUMIÈRE, IL GIGANTE CHE FA ORACOLI E TEDESC, IL VECCHIO LIUTAIO CHE PARLA TRE LINGUE. INSIEME ESCOGITERANNO UN PIANO PER RIPORTARE LISSE A CASA E RESTITUIRGLI SPERANZA, IMMAGINARSI ANCORA POSSIBILE. L’ARRIVO DI ALMA, PARTITA DALL’ARGENTINA CON UNA CHITARRA IN SPALLA, PORTERÀ NELLE LORO VITE IL CANTO DELLE ANDE E UN SOGNO GENTILE DA COLTIVARE. PASSANO MOLTI ANNI,FRILLOBÈC HA LASCIATO LA VALLE E VIVE ISOLATO TRA LE COLLINE, CON LA SOLA COMPAGNIA DI UNA CORVA. A SPEZZARE LA SUA SOLITUDINE È L’IMPROVVISA VISITA DI UN RAGAZZO, JUL, VENUTO DALLE MONTAGNE A RIPORTARGLI UN OGGETTO CHE GLI È APPARTENUTO. INSIEME CUCIRANNO LA STORIA, GLI AMORI DISTANTI UN OCEANO, LE LIBERTÀ SFILACCIATE DAL TEMPO, LE PROMESSE INCOMPIUTE. UNA MINIERA DI PICCOLE COSE, INCISE NELLA PIETRA DOLCE.