QUANDO SI PARLA DI CASA CONTADINA, SI INTENDE DEFINIRE UN TIPO DI ABITAZIONE – UN TEMPO ASSAI USUALE, OGGI MOLTO MENO – IN CUI LA VITA QUOTIDIANA ED IL LAVORO NON SONO DISGIUNTI.
QUESTE CASE NON ERANO COSÌ UGUALI TRA LORO INFATTI SI DIFFERENZIAVANO NELLA TIPOLOGIA E NELLE DIMENSIONI SECONDO L’OROGRAFIA DEL LUOGO IN CUI ERANO COSTRUITE, DAL TIPO DI ATTIVITÀ (AGRICOLA O PASTORALE) CUI ERANO FUNZIONALI, DALLE STESSE CONDIZIONI ECONOMICHE DI CHI LE FACEVA EDIFICARE.
NON BISOGNA POI DIMENTICARE CHE LA STESSA TIPOLOGIA ABITATIVA, VARIAVA SE L’ABITAZIONE SI TROVAVA IN MONTAGNA O IN PIANURA E CIÒ NON SOLO PER EFFETTO DELLE NECESSITÀ IMPOSTE DAL TERRITORIO, QUANTO PER LE FUNZIONALITÀ DELL’EDIFICIO, EVIDENTEMENTE DIVERSE IN RAPPORTO AL TIPO DI AGRICOLTURA CHE VI SI PRATICAVA.
LA CASA CONTADINA, DUNQUE, CORRISPONDE AD UN TIPO DI UNITÀ ABITATIVA UN TEMPO MOLTO PIÙ DIFFUSA CHE NON OGGI, IN QUANTO FINO ALLA METÀ DEL NOVECENTO LA MAGGIOR PARTE DELLA POPOLAZIONE VIVEVA AL DI FUORI DEI CENTRI URBANI, DISPERSA NELLE CAMPAGNE O NEI PICCOLI VILLAGGI.