Rimaste finora sconosciute, le fotografie di Guido Rossa rivelano un autodidatta di talento. Soprattutto, testimoniano di una personalità poliedrica e curiosa, prensile e poetica: attenta ai bambini del Nepal come agli anziani di Genova o ai pescatori della Riviera, sensibile ai piccoli scorci dell’entroterra ligure come ai vertiginosi panorami delle Alpi o dell’Himalaya. Scattate durante una stagione eccezionalmente intensa nella storia politica e sociale d’Italia, le foto di Rossa non riflettono che di rado la ribollente realtà degli anni sessanta e settanta. Per l’operaio metalmeccanico sindacalista della Cgil, delegato di fabbrica e militante del Pci, la fotografia sembra avere costituito – piuttosto che una forma di rappresentazione del mondo storto in cui viveva, e che lottava per raddrizzare – un’occasione per scoprire la consolante bellezza che si nasconde anche nelle piccole cose.