Seduti in un rifugio «al punto di congiunzione di due valli», due uomini sono in procinto di affrontare un'impresa a lungo immaginata: scalare, in coppia, una delle vette più minacciose delle Alpi svizzere. Ull e Johann sono due alpinisti profondamente diversi, come diverse sono le motivazioni che li muovono: il primo è alla ricerca di una sfida (con se stesso, con la Natura, con i propri limiti) Johann, invece, ha in mente un'escursione di piacere, impegnativa sì, ma più meditativa. Dopo poche ore, però, l'ascesa inizia a farsi sempre più dura, i rifugi sommersi dalla neve sono inospitali e sembrano infestati, il vento soffia instancabile, le fioche candele proiettano ombre inquietanti, mentre la montagna incombe su di loro, presenza ostile che li osserva notte e giorno. Cosa fare? Proseguire nell'impresa e affrontare ghiacciai e seracchi, come vorrebbe Ull, oppure venire a patti con i propri limiti e rinunciare, come suggerisce Johann? Ludwig Hohl, l'illustre scrittore svizzero che ha stregato autori del calibro di Dürrenmatt, Canetti e Handke, ha lavorato per quarantanove anni alla stesura di queste pagine, cesellando ogni dettaglio, scrivendo e rielaborando frasi, capitoli, scene. Come ricorda Davide Longo nella Prefazione, 'La salita' è ben più che una novella di montagna. È un romanzo in cui «le lanterne producono più ombre che luce», è uno «specchio per le allodole, un gioco ben giocato». La narrazione gradualmente muta, si rivela come qualcosa d'altro, e da racconto di montagna fatto di paeselli, fiumiciattoli e valli verdeggianti si fa improvvisamente «fiaba filosofica e paradosso», riflessione acutissima sull'essere umano e sul sublime, sull'amicizia e sulla fragilità della volontà di potenza di fronte a una Natura impenetrabile e indomabile.
SEDUTI IN UN RIFUGIO «AL PUNTO DI CONGIUNZIONE DI DUE VALLI», DUE UOMINI SONO IN PROCINTO DI AFFRONTARE UN'IMPRESA A LUNGO IMMAGINATA: SCALARE, IN COPPIA, UNA DELLE VETTE PIÙ MINACCIOSE DELLE ALPI SVIZZERE. ULL E JOHANN SONO DUE ALPINISTI PROFONDAMENTE DIVERSI, COME DIVERSE SONO LE MOTIVAZIONI CHE LI MUOVONO: IL PRIMO È ALLA RICERCA DI UNA SFIDA (CON SE STESSO, CON LA NATURA, CON I PROPRI LIMITI) JOHANN, INVECE, HA IN MENTE UN'ESCURSIONE DI PIACERE, IMPEGNATIVA SÌ, MA PIÙ MEDITATIVA. DOPO POCHE ORE, PERÒ, L'ASCESA INIZIA A FARSI SEMPRE PIÙ DURA, I RIFUGI SOMMERSI DALLA NEVE SONO INOSPITALI E SEMBRANO INFESTATI, IL VENTO SOFFIA INSTANCABILE, LE FIOCHE CANDELE PROIETTANO OMBRE INQUIETANTI, MENTRE LA MONTAGNA INCOMBE SU DI LORO, PRESENZA OSTILE CHE LI OSSERVA NOTTE E GIORNO. COSA FARE? PROSEGUIRE NELL'IMPRESA E AFFRONTARE GHIACCIAI E SERACCHI, COME VORREBBE ULL, OPPURE VENIRE A PATTI CON I PROPRI LIMITI E RINUNCIARE, COME SUGGERISCE JOHANN? LUDWIG HOHL, L'ILLUSTRE SCRITTORE SVIZZERO CHE HA STREGATO AUTORI DEL CALIBRO DI DÜRRENMATT, CANETTI E HANDKE, HA LAVORATO PER QUARANTANOVE ANNI ALLA STESURA DI QUESTE PAGINE, CESELLANDO OGNI DETTAGLIO, SCRIVENDO E RIELABORANDO FRASI, CAPITOLI, SCENE. COME RICORDA DAVIDE LONGO NELLA PREFAZIONE, "LA SALITA" È BEN PIÙ CHE UNA NOVELLA DI MONTAGNA. È UN ROMANZO IN CUI «LE LANTERNE PRODUCONO PIÙ OMBRE CHE LUCE», È UNO «SPECCHIO PER LE ALLODOLE, UN GIOCO BEN GIOCATO». LA NARRAZIONE GRADUALMENTE MUTA, SI RIVELA COME QUALCOSA D'ALTRO, E DA RACCONTO DI MONTAGNA FATTO DI PAESELLI, FIUMICIATTOLI E VALLI VERDEGGIANTI SI FA IMPROVVISAMENTE «FIABA FILOSOFICA E PARADOSSO», RIFLESSIONE ACUTISSIMA SULL'ESSERE UMANO E SUL SUBLIME, SULL'AMICIZIA E SULLA FRAGILITÀ DELLA VOLONTÀ DI POTENZA DI FRONTE A UNA NATURA IMPENETRABILE E INDOMABILE.
Seduti in un rifugio «al punto di congiunzione di due valli», due uomini sono in procinto di affrontare un'impresa a lungo immaginata: scalare, in coppia, una delle vette più minacciose delle Alpi svizzere. Ull e Johann sono due alpinisti profondamente diversi, come diverse sono le motivazioni che li muovono: il primo è alla ricerca di una sfida (con se stesso, con la Natura, con i propri limiti) Johann, invece, ha in mente un'escursione di piacere, impegnativa sì, ma più meditativa. Dopo poche ore, però, l'ascesa inizia a farsi sempre più dura, i rifugi sommersi dalla neve sono inospitali e sembrano infestati, il vento soffia instancabile, le fioche candele proiettano ombre inquietanti, mentre la montagna incombe su di loro, presenza ostile che li osserva notte e giorno. Cosa fare? Proseguire nell'impresa e affrontare ghiacciai e seracchi, come vorrebbe Ull, oppure venire a patti con i propri limiti e rinunciare, come suggerisce Johann? Ludwig Hohl, l'illustre scrittore svizzero che ha stregato autori del calibro di Dürrenmatt, Canetti e Handke, ha lavorato per quarantanove anni alla stesura di queste pagine, cesellando ogni dettaglio, scrivendo e rielaborando frasi, capitoli, scene. Come ricorda Davide Longo nella Prefazione, 'La salita' è ben più che una novella di montagna. È un romanzo in cui «le lanterne producono più ombre che luce», è uno «specchio per le allodole, un gioco ben giocato». La narrazione gradualmente muta, si rivela come qualcosa d'altro, e da racconto di montagna fatto di paeselli, fiumiciattoli e valli verdeggianti si fa improvvisamente «fiaba filosofica e paradosso», riflessione acutissima sull'essere umano e sul sublime, sull'amicizia e sulla fragilità della volontà di potenza di fronte a una Natura impenetrabile e indomabile.