1 FEBBRAIO 1933 - UN LIMPIDO MATTINO STAVA SORGENDO NEL CIELO CHIARO DEL DELFINATO. IL SOLE SPLENDEVA. L’ARIA ERA SECCA E LE MONTAGNE BRILLAVANO GIOIOSE. CHE INIZIO TRIONFALE! NON AVEVA MAI LASCIATO GRENOBLE IN PREDA AD UNA FELICITÀ PIÙ GRANDE. ERA UN BUON AUSPICIO? LO SPERAVA, DOVEVA SPERARLO. DINNANZI ALL’IMPROVVISA COMPARSA DELLE ALTE VETTE INNEVATE, ILLUMINATE DAI PRIMI RAGGI DEL SOLE, E ALLA VISTA DELLE SUE AMATE ADAMANTINE SOLITUDINI SENTÌ UN INCOMMENSURABILE ARDORE SALIRE DENTRO SÉ E, CON DETERMINAZIONE, DISSE A SÉ STESSO: “CI RIUSCIRÒ!”
(...) LA TRAVERSATA DELLE ALPI CON GLI SCI È UNA IMPRESA D’ALTRI TEMPI PER LA CARENZA DI NEVE E SOPRATTUTTO PER LA SUA SCARSA PERMANENZA ALLE QUOTE PIÙ BASSE. MA È ANCHE UN’IMPRESA ASSOLUTAMENTE ATTUALE, SOSTENIBILE POTREMMO DIRE, NELL’EPOCA IN CUI SEMBRA CHE SI POSSA TROVARE L’AVVENTURA SOLTANTO ALL’ALTRO CAPO DEL MONDO. NON CI RENDIAMO CONTO INVECE CHE PUÒ ESSERE A PORTATA DI MANO SULLE NOSTRE VECCHIE ALPI SUBITO FUORI DALLA PORTA DI CASA. LEGGERE LE GESTA DI ZWINGELSTEIN RACCONTATE DA DIETERLEN POTREBBE AIUTARCI A CAPIRLO. (...)