Il lupo è da sempre la star del «bestiario centrale» nell'immaginario europeo: un repertorio di specie e caratteri animali, spesso metafore di qualità umane, da cui nei secoli sono scaturiti centinaia di miti, racconti e leggende
In tempi molto antichi, in una lunga notte d’inverno, la luna scese sulla terra per scoprirne i misteri. Ma in un bosco s’impigliò nei rami degli alberi e non riuscì più a districarsi. A liberarla sopraggiunse un lupo. Si invaghirono l’uno dell’altra e passarono la notte a giocare, a raccontarsi storie e ad amarsi. All’alba la luna fuggì e, per serbare un ricordo di quella notte così particolare, portò con sé l’ombra del lupo. Da allora quest’ultimo la reclama e chiede alla luna di tornare sulla terra. Con ululati più o meno forti, secondo le fasi dell’astro
Si va dalla mitologia classica, dalla celebre leggenda romana della lupa che allevò Romolo e Remo, fino al pantheon nordico: storie che parlano di carneficine, metamorfosi e lupi mannari e che riflettono la paura verso questa fiera capace di distruggere animali e coltivazioni. Si passa poi ai bestiari medievali, che raffigurano il lupo come animale totalmente negativo, a tratti incapace di nuocere e persino dotato di aspetti ridicoli, come avviene nel "Romanzo di Renart". La paura del lupo torna poi nell'epoca moderna, riflettendosi nelle cronache e nei racconti del folclore popolare, che parlano di lupi rabbiosi e di aggressioni non solo a bestie, ma anche a uomini, donne e bambini. Lo strano caso della Bestia del Gévaudan (1765-1767), che imperversava nelle campagne della Francia sgozzando senza pietà animali e pastori, rappresenta il culmine di questa fobia del lupo. Nel XX secolo la letteratura, i cartoni animati e i libri per bambini finiscono per trasformare quel cattivone del lupo in un animale quasi capace di suscitare tenerezza, o quantomeno compassione. Finché oggi solo i toponimi, i proverbi e qualche antica leggenda ancora sopravvissuta conservano il ricordo di questa bestia crudele e vorace, tanto a lungo temuta.