LA MEMORIA DELLO SPECCHIO È UNA NARRAZIONE CHE PARTE DA IMMAGINI E IMPRESSIONI RIMASTE ALL’AUTORE DA ALCUNI VIAGGI FATTI PER LAVORO IN CECHIA, ARGENTINA, ALBANIA, GERMANIA, FINLANDIA.
SONO RAPPRESENTAZIONI QUASI FOTOGRAFICHE CHE “DIALOGANO” E SI CONFRONTANO CON STORIE DI MIGRAZIONI DI PERSONE DELLE VALLI CHISONE, GERMANASCA E PELLICE, DI PIEMONTESI EMIGRATI IN LIGURIA O IN RUSSIA, DI FRANCESI DI RITORNO DALL’ALGERIA E DI ITALIANI MIGRATI IN SUD AFRICA. RACCONTI VERI, RAPPRESENTATIVI DI UNA REALTÀ CHE VA OLTRE IL PARTICOLARE E CHE GUARDA AL GENERALE.
“IN UN TEMPO DOVE IL TEMA MIGRATORIO DIVENTA OGGETTO DI SCONTRO E DI STRUMENTALIZZAZIONE, PIUTTOSTO CHE DI RIFLESSIONE, DAVIDE ROSSO - SOTTOLINEA IL DIRETTORE DEL MUSEO NAZIONALE DELL’EMIGRAZIONE ITALIANA, PIERANGELO CAMPODONICO -, HA IL CORAGGIO DI RIBADIRE CHE LA MIGRAZIONE È QUALCOSA CHE ACCOMPAGNA SEMPRE LA VITA DEGLI UOMINI E DELLE DONNE.
NON ESISTE UNA MIGRAZIONE NOBILE… CHI PARTE, CHE PARTA PER SCELTA O NECESSITÀ, AFFRONTA UN VIAGGIO ESISTENZIALE CHE LO PORTERÀ A CONFRONTARSI CON GENTI E SITUAZIONI DIVERSE, SPESSO INASPETTATE. AD AFFRONTARE LA DIVERSITÀ DELLA LINGUA, DELLA RELIGIONE, DELLE CONDIZIONI ECONOMICHE E ANCHE QUELLA DI GENERE... PER TUTTI E PER TUTTE, LA MIGRAZIONE È UN VIAGGIO ESISTENZIALE CHE CI PORTA A CONFRONTARCI CON L’ALTERITÀ”.