SETTEMBRE DEL 1358, ALTA VAL GRANDE DI LANZO, TORINO. LA PICCOLA NINA STA PASCOLANDO IL GREGGE SOPRA L'ALBONE ASSIEME AL SUO FIDATO CANE, NERIN. QUESTI, NELL'INSEGUIRE UNA CAPRA RIBELLE, RAGGIUNGE UN RUSCELLO E QUI, SUL LIMITARE DELL'ACQUA, RACCOGLIE UNA MANO MOZZATA CHE PORTA COME UN TROFEO ALLA PADRONA. LA NOTIZIA SI SPARGE IN FRETTA CREANDO SCOMPIGLIO IN TUTTO IL PAESE E GIUNGE ALLA CASTELLANIA DI LANZO, GOVERNATA A NOME DI AMEDEO VI CONTE DELLA SAVOIA. AL NEO CAPITANO GUGLIELMO ETTORE SAVANT ROUS DI OVIGLIA VIENE AFFIDATO L'INCARICO DI CERCARE IL PROPRIETARIO DELLA MANO. IL RITROVAMENTO DI ALCUNI CADAVERI, E L'ARRIVO IN VALLE DEL GIOVANE BRUNO ALLA RICERCA DELLA SORELLA SCOMPARSA ALCUNI GIORNI PRIMA DA LOCANA, IN VALLE ORCO, COMPLICA NON POCO LA SITUAZIONE. INTANTO NINA, CURIOSA E TESTARDA, AVVIA UNA SERIE PARALLELA DI INDAGINI, AIUTATA DAL NONNO A CUI È MOLTO LEGATA. RIUSCIRANNO A RISOLVERE IL MISTERO DELLA MANO DI TROPPO?